Ciclo di conferenze pubbliche “Fare comunità al tempo dei social network”
nelle quali si approfondirà il tema della realtà virtuale, sempre più presente nella vita di tutti noi, e soprattutto in quella delle/dei minorenni.
Il percorso di conferenze, ed il seminario conclusivo, fanno parte della V edizione del progetto “Pluriverso di genere”, che svolgiamo in collaborazione con l’associazione FMP.
Tre incontri pubblici e un seminario per comprendere la realtà dell’era digitale, sopratutto nel rapporto educativo con le giovani generazioni. Si inizia il 31 gennaio con Marco Aime.
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Le tecnologie digitali – computer, smartphone, tablet e la Rete globale cui danno accesso – hanno determinato negli ultimi anni una rivoluzione a tutto tondo, non solo nel mondo delle telecomunicazioni e del lavoro: il cambiamento più radicale, di natura sociale e culturale, sta avvenendo nelle case e nelle vite di ciascuno. Siamo all’alba del periodo storico che viene definito “Era Digitale”.
“Fare comunità al tempo dei social network”, vuole indagare la realtà virtuale sempre più presente nella vita di tutti noi, soprattutto in quella dei/delle minorenni. E’ essenziale, per chi usa questi social network e soprattutto lavora in campo educativo, saper cogliere le situazioni e “attrezzarsi” con conoscenze, competenze, prassi relazionali, proposte educative, verso le nuove generazioni, rendendosi conto di come sia cambiata l’idea ed il fare comunità.
31 gennaio 2020 con MARCO AIME
Non sempre la Rete fa rete. Legami deboli ed empatia nel web
L’uso eccessivo della comunicazione via web, può creare simulazioni di comunità, che vivono però su legami fragili e spesso spersonalizzati, se non si traducono
successivamente in una forma offline…..
27 febbraio 2020 con CINZIA ALBANESI
Costruire comunità on line. Oltre l’odio in rete
La rete è spesso sotto i riflettori per la diffusione di fenomeni negativi, come hate speech, cyberbullismo, che rappresentano una minaccia per il benessere individuale e collettivo. La rete però non è solo questo: vedremo, nel corso dell’incontro, se e in che modo la rete può creare crea anticorpi a questi fenomeni e essere luogo per la
promozione di benessere e empowerment di comunità
inizio Marzo 2020 con ILARIA BONATO
Consumo di pornografia in rete e educazione alla sessualità
Il fenomeno del consumo di pornografia è sempre più diffuso e coinvolge ragazzi e ragazze sempre più giovani, che si trovano con pochi strumenti di fronte ad un immaginario sessuale stereotipato, anaffettivo e troppo spesso violento nei confronti delle donne. Quanto contribuisce questa esperienza alla costruzione della loro identità sessuale? Quanto la visione di prodotti pornografici risponde, in realtà, ad un bisogno legittimo e non riconosciuto di risposte ad alcune domande cruciali sul corpo, sul desiderio, sul sesso?
Al termine del percorso di conferenze si realizzerà un SEMINARIO al sabato mattina sulla
DIDATTICA E METODOLOGIA D’INTERVENTO
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Dopo un’iniziale periodo di “luna di miele”, oggi l’attenzione pubblica si focalizza soprattutto sugli effetti avversi legati all’utilizzo di tali strumenti, in termini di salute e di sicurezza sia dell’individuo che delle comunità. Tali “controindicazioni” ci colgono di sorpresa dal momento che abbiamo lasciato entrare gli schermi nelle nostre vite, senza interrogarci a sufficienza sul nostro ruolo di utenti nel concretizzare le loro grandi potenzialità, sia in termini di vantaggi così come in danni. In altre parole, abbiamo lasciato entrare nelle nostre vite la rivoluzione digitale ancor prima di pensare all’importanza di costruirci un’educazione al digitale.
Se l’educarsi al digitale è quindi fondamentale per le generazioni di “migranti” (gli adulti cresciuti per buona parte nel mondo del carta-e-penna), lo è a maggior ragione per i cosiddetti “nativi”(coloro che sono nati/e in un mondo già globalizzato ed iperconnesso), familiari con gli schermi sin dai primi mesi di vita, inconsapevoli di come la quotidianità fosse prima dell’avvento di Internet.
Si prendendo le distanze da posizioni estreme, di chi da un lato vede i “nativi digitali” come “naturalmente” predisposti all’utilizzo degli schermi (affermazione smentita da alcuni dei fenomeni avversi sopra menzionati, trasversali alle generazioni) o di chi all’opposto tenta, spesso senza successo, di rendere l’età dello sviluppo e dell’apprendimento il meno possibile “contaminata” dalla presenza di tecnologie, oggi è forse più opportuno chiedersi come far sì che le nuove generazioni acquisiscano maggior consapevolezza delle potenzialità insite negli schermi e che imparino come utilizzarli per trarne il meglio ed evitare i rischi annessi, iniziando a costruire il proprio futuro di cittadini digitali.
Le associazioni Femminile Maschile Plurale, PsicheDigitale, Psicologia Urbana e Creativa
presentano la V edizione di Pluriverso di genere, affrontando il tema “Fare disfare comunità nel mondo dei social network”, indagando la realtà virtuale sempre più presente nella vita studentesca sin dall’infanzia. I media digitali, come i mass media in generale, non facilitano la decodifica di simboli e messaggi e incoraggiano a trattare le differenze con proposte “rigide” per quel che riguarda la libertà di essere se stess*.
Diventa essenziale che per chi usa questi social network e soprattutto lavora in campo educativo, si colgano le situazioni per “attrezzarsi” con conoscenze, competenze e prassi relazionali, proposte educative, verso bambin*, ragazz* e giovan*.
Acquisire un diverso “abbecedario” di queste forme di interazione permetterà di riconoscere gli stereotipi, innanzitutto a partire da sé, imparando ad utilizzare anche gli strumenti digitali in modo differente, propositivo e positivo, promuovendo inoltre consapevolezza e responsabilità nell’uso e nell’approccio mediatico.
Il progetto beneficia della compartecipazione alle spese del Comune di Ravenna,
Assessorato Pubblica Istruzione Politica e Cultura di genere
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